Emozioni d’alta quota
Sua maestà Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa con i suoi 3.357 metri, lascia senza fiato chiunque arrivi in Sicilia. E contemplare dall’alto quest’affascinante vulcano è il modo più emozionante per coglierne la dirompente bellezza nella sua totalità.
Dalle spettacolari fontane di lava, che accendono di rosso fuoco i placidi cieli notturni come a voler sottolineare l’esplosività di una terra dai forti contrasti, alle colate che scorrono sinuose lungo i fianchi dei pendii del vulcano, creando una trama di incomparabile bellezza: un fascino “dinamico”, così come mutevoli sono il profilo e le forme dell’Etna, costantemente rimodellati dalle continue eruzioni.
Di giorno il pennacchio di fumo, a volte lungo decine e decine di chilometri, a seconda dei gas emessi tinteggia il cielo di bianco e di grigio e, seguendo la direzione del vento, non di rado si trasforma in pioggia di cenere che improvvisamente oscura il cielo azzurro.
E uno spettacolo di tale intensità, se contemplato dall’alto, rivela ancor di più ai nostri occhi il suo incontenibile splendore. A pochi chilometri di distanza da “A Muntagna”, come viene chiamata dai suoi abitanti l’Etna, sorge l’antica colonia greca di Giardini Naxos, punto di partenza per un emozionante volo in elicottero, che consente di ammirare da un punto di vista privilegiato ed unico la variopinta tavolozza di colori dell’Etna: il bianco della cima del vulcano innevata d’inverno, con i crateri sommitali fumanti, il nero della roccia lavica e il grigio della cenere della Valle del Bove, suggestiva caldera sul versante orientale, l’intenso giallo della ginestra dell’Etna che fiorisce nel periodo primaverile e, a quote inferiori, il verde brillante dei boschi di pini, querce e castagni.
Un’esplosione di colori a cui fa da sfondo l’intenso blu del mare, con le isole Eolie in lontananza che appaiono disegnate: un’immagine “pittoresca”, come l’avrebbero definita nel Settecento illustri viaggiatori, intellettuali e scrittori che giungevano in Sicilia, restandone estasiati, durante il loro “Grand Tour”, di cui l’Etna era una tappa imprescindibile.